venerdì 8 novembre 2013

Le anguane al Buso della Rana, il backstage

Nota: il video del backstage si trova alla fine del presente articolo

Il documentario "Rana-Pisatela 40 km" (vedi il trailer) inizia rievocando la leggenda popolare che racconta della presenza di splendide fanciulle, le anguane, che vivono all'interno della montagna e che solo di notte ne escono per restare nei pressi dell'ingresso della grotta per giocare tra di loro o lavare i panni, magari spiate di nascosto da alcuni abitanti dei dintorni.
Erano anni che Sandro pensava a quanto bello sarebbe stato rappresentare questa scena e la realizzazione del documentario ha creato la determinazione per portarla a compimento.
Ecco cosa siamo riusciti a fare:


 
Il vestiario 
L'immaginario collettivo vede le anguane rappresentate generalmente come ninfe romane o vestali greche e per questo necessitavamo di costumi adeguati. Non avendo la possibilità economica per comprarli o noleggiarli, la Simona ha sfruttato la sua abilità con la macchina da cucire e si è messa a confezionare delle tuniche usando tende e stoffa bianca, abbellite e tenute su da nastri. Nonostante la leggenda voglia che le anguane abbiano i piedi caprini, abbiamo omesso questa ricostruzione perchè troppo onerosa per inventiva e tempo a disposizione. Durante il montaggio delle riprese, abbiamo cercato di tagliare più possibile le inquadrature dove si vedevano le scarpe da ginnastica che spuntavano da sotto la tunica, anche se siamo certi che le attenzioni dello spettatore siano più sulle parti alte delle ragazze piuttosto che su quelle basse.
Anche agli "spioni" abbiamo voluto dare una collocazione temporale non moderna, ma almeno di un secolo fa. Ecco che pantaloni di stoffa, una camicia ed un gilet sono stati sufficienti per dare un minimo di antico al loro aspetto.


Le anguane
Ci siamo mossi con parecchio tempo d'anticipo per trovare 3-4 fanciulle che si prestassero ad interpretare il ruolo. Chiaramente dovevano essere giovani, carine e possibilmente con i capelli lunghi. Il nostro primo pensiero è andato alla nostra amica speleo Angela, da noi definita come un'elfa da film "Il Signore degli Anelli". Abbiamo poi attivato il nostro diciottenne Alessandro per convincere qualche sua giovanissima amica; ce ne ha trovate ben tre!
Contentissimi, non ci abbiamo pensato più. Una settimana prima ne perdiamo una ed allora compensiamo convincendo la nostra Sara a fare la capo-anguana, più matura d'età rispetto alle altre, ma con movenze sicuramente più ammiccanti aggraziate da bei capelli lunghi.
Durante l'ultima settimana dicevamo scherzando: "vedrai che toccherà alle 'maranteghe' dell'S-Team a fare le anguane... e ocio che non tocca pure a te, Sandro, dato che hai i capelli lunghi! Ti tagli la barba e sei perfetto!". La premonizione era fondata: alla mattina del giorno delle riprese Alessandro ci avvisa che le sue due amiche hanno dato buca! Terrore generale... Per fortuna, dopo qualche ora, Alessandro rimedia trovando due sorelle, Alessandra e Laura, che gentilmente e con pochissimo preavviso si offrono di aiutarci e recitare la parte. Fiuuuu... 
Durante l'attesa dell'inizio delle riprese, l'aria gelida che esce dalla Rana non ha perdonato le giovani non speleologhe che hanno sottovalutato quanto freddo potesse fare e, specialmente la Laura, si sono ghiacciate fin quasi ad avere i brividi.
Come se non bastasse poi, durante le riprese, hanno iniziato a schizzarsi l'un l'altra con la gelida acqua antistante la grotta prendendo ulteriore freddo. Incurante della loro situazione, il regista Sandro l'ha tirata lunga, fatto due tornate di riprese e fatto stare ferme per fare pure qualche foto.
All'inizio erano piuttosto statiche, impacciate; non sapevano che fare. Giustamente, non sono mica attrici professioniste. Poi invece sono state bravissime e bellissime; non finiremo mai di ringraziarle.

Gli effetti speciali
Il Medioevo ha demonizzato tutto quello che aveva a che fare con il paganesimo e le anguane sono state pure loro classificate come esseri demoniaci. Ecco quindi la necessità che creare un'atmosfera di paura e mistero; il nostro pensiero è andato subito al fumo, esplicito richiamo ai fuochi e fiamme dell'inferno.
L'idea era quella di generare del fumo appena dentro l'ingresso della grotta e fare in modo che uscisse verso l'esterno trasportato dalla naturale corrente d'aria che esce dall'ingresso durante il periodo estivo (temperatura più calda fuori rispetto che dentro la grotta).
La fortuna vuole, che appena dentro l'ingresso, la galleria fa una doppia curva di 90° occultando la vista del proseguo della grotta per chi guarda da fuori. E' lì che abbiamo allestito la "fabbrica del fumo" e la "tana" delle anguane.
Ci sarebbe piaciuto avere un fumo denso e basso, tipo quello degli effetti teatrali, che avrebbe pure coperto i piedi "scarpaginnasticati" delle anguane. Ecco che le nostre attenzioni sono andate al ghiaccio secco che altro non è che anidride carbonica allo stato solido, un gas naturale.
Abbiamo scartato fin da subito i fumogeni, tipo quelli da stadio, perchè avrebbero generato un fumo troppo alto e che avrebbe anche procurato qualche problema di respirazione o fastidio agli occhi.
Fortunatamente abbiamo trovato una ditta che ci ha fornito tutte le informazioni su come utilizzarlo e che ce l'ha fornito via corriere il giorno prima in una confezione di polistirolo che poteva mantenerlo inalterato per almeno 5 giorni. L'unica accortezza era quella di non farlo entrare in contatto la pelle e quindi ci siamo dotati di guantoni da saldatore.
Il fumo si genera quando il ghiaccio secco viene a contatto con l'acqua. Più calda è l'acqua e più denso è il fumo generato. Ecco quindi che ci siamo attrezzati con fornelli e pentole per scaldare l'acqua. Abbiamo fatto un test con una pentola piccola: una volta buttato un po' di ghiaccio secco all'interno, questo si è messo a bollire e fare fumo, ma in quantità molto scarsa, lasciandoci delusi e perplessi su cosa sarebbe successo usando quantità maggiori.
Un nutrito gruppo di "fuochisti" si è dato quindi da fare per preparare la "cucina" mentre fuori si procedeva all'allestimento del set ed alla vestizione delle anguane.
Una volta pronti, il regista Sandro era in contatto via radio con loro ed ha dato il via alle riprese. Buttando tanto ghiaccio secco in tanta acqua si è generata una nuvola di fumo enorme che è salita alta per poi stabilizzarsi con un fumo che si stagliava fino ad almeno due metri dal suolo impedendo la vista delle anguane dalla videocamera posta all'esterno. Il problema è stato dosarlo per creare un effetto costante; infatti all'inizio era troppo, poi troppo poco e solo con la seconda tornata di riprese i "fuochisti" hanno preso bene le misure alimentando con le "sessole" (apposita paletta di raccolta) di ghiaccio secco le pentolone sul fuoco e dosando il fumo coprendole parzialmente con dei cartoni.
I 20kg in pellet a nostra disposizione sono bastati per generare circa 15 minuti di effetto.
Il fumo era inodore e non ha creato nessun tipo di disturbo alle ragazze che per molto tempo ne sono state circondate.

Le riprese video
L'illuminazione della scena è stata fatta con i nostri soliti quattro faretti alla massima potenza e le riprese video sono state realizzate con tre videocamere fisse in contemporanea più altre due mobili, comandate da Damiano e Lara, per la documentazione del backstage.
La videocamenra frontale, comandata da Sandro, era in realtà una macchina fotografica Canon EOS 6D con inquadratura e focale fissa per tutta la durata delle riprese. Più avanzata, sopraelevata sulla destra, c'era Simona con un altra fotocamera, una mirroless Sony Nex 6, che riprendeva con zoom ed inquadrature variabili. La terza, una videcamera Sony HDR-SR11, era fissa con inquadratura da dentro la grotta verso fuori e quindi usata per il backstage.
Abbiamo fatto due tornate di riprese. Nella prima abbiamo avuto problemi di regolarità di generazione del fumo e quindi sono venute buone alcune scene delle anguane, dell'uscita del fumo e la fuga delle anguane. La seconda tornata serviva per riprendere pure gli "spioni" mentre erano in scena anguane e fumo, ma qui sono venute buone altre immagini delle ragazze e la loro uscita dalla grotta.
Purtroppo il fumo non è bastato per fare delle riprese ravvicinate e neanche per qualche foto d'effetto.
Col senno di dopo, si poteva fare meglio, ma stavamo improvvisando e poi, che caz..!, non siamo mica dei professionisti! ;-)

Gli spioni
Anche per questo ruolo ci volevano dei giovani perchè sennò rischiavamo di dare l'impressione di "dò veci pedofili che spia e putele"! Alessandro, con i suoi 18 anni, è stata la prima scelta e con lui abbiamo voluto un "indigeno" residente a Monte di Malo: Miguel! Chi altri? Dato il personaggio con cui avevamo che fare, la cosa più difficile è stato cercare di farlo stare serio. Non vi dico le battute che venivano fuori mentre "recitavano" le loro scene e peccato che le videocamere del backstage non siano riuscite ad immortalarle tutte.
Naturlamente tutti inveivano contro gli spioni accusandoli di fare chissà quali porcate mentre spiavano le donzelle da dietro quel masso. Chissà perchè, ma alla fine nessuno ha voluto stringere loro la mano! :-)

Terminato il lavoro non potevamo che concludere degnamente la serata nel nostro amato Bar Rana con birre a go-go e bruschetta.
E' stato impegnativo, divertente, insolito, affascinante. Mai come questa volta abbiamo prima pensato nei minimi dettagli e poi realizzato un progetto di questo genere: ne siamo estremamente fieri ed orgogliosi. Un grande grazie a tutti coloro che hanno fatto la loro parte.

Sandro Sedran, S-Team


Regia: Sandro Sedran
Riprese video: Simona Tuzzato, Sandro Sedran, Lara Nalon, Damiano Sfriso
Luci: S-Team e Nico Iadini
Montaggio: Sandro Sedran
Costumi: Simona Tuzzato
Attori: Miguel Iadini, Alessandro Pittarella, Sara Farnea, Alessandra Miotto, Laura Miotto, Angela Pasqualotto
Effetti speciali: Alberto Drago, Piergaetano Marchioro, Laura Nicolini, Alberto Rossetto, Damiano Sfriso, Pier Giorgio Varagnolo
Musiche: Opusvertigo: "Traumatic Longue Version", Tunguska Electronic Music Society: Helga's Ephemeris-When The Full Moon Shines


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